(G)introduzione
Distillato di alcool di cereali, erbe aromatiche e spezie, i cosiddetti botanici. Secondo il disciplinare di Plymouth, dove è nato evolvendo dall’olandese Jenever, fare il gin sembra un gioco da ragazzi, la mera applicazione di una formula matematica. Per contro, c’è pure chi il gin lo fa con le mele, il vino, le patate o aggiungendo zafferano, cetrioli, petali, foglie o piante officinali che dovrebbero donare al prodotto finale chissà quali proprietà miracolose. Di sicuro, in quasi quattrocento anni di produzione si è visto e assaggiato di tutto, e il suo contrario.
Mai un gin premium fatto in Brasile - come del resto mai prima d’ora nel paese era esistita una distilleria di solo gin - né certo uno capace di amalgamare ed esaltare alla perfezione i doni di questa terra incantata e lo spirito della sua gente con il rispetto di una plurisecolare tradizione di degustazione. Nato nell’atmosfera incantata de La Cachoeira, Amázzoni è un brand 100% brasiliano per filosofia, ingredienti e ciclo di produzione… e questo no, non lo si era mai davvero mai visto. Almeno, non fino ad ora.
Manifesto
Purezza. Quella dell’acqua che nutre l’Amazzonia, e dà vita al nostro gin. Acqua trasparente come una goccia di pioggia appesa a una foglia nella foresta, fresca come la natura intatta dell’Amazzonia più profonda, cristallina e impetuosa come lo spirito giocoso e solare della nostra gente.
Da tutto questo sgorga una ricetta inedita e sorprendente, con ingredienti mai usati prima d’ora per un gin e armonizzati tra loro dal più celebrato mixologist del Cono Sur con il coraggio di chi non ha paura di innovare, pur restando rispettoso di secoli di tradizione.
Vecchio e nuovo mondo che si incontrano e si abbracciano, e diventano tutt’uno: come accadde all’india guaranì Naià quando, innocente e sognatrice, volle farsi sposa di Jaci, il grande guerriero lunare: se riesci ad abbracciarlo, le avevano detto, diverrai una stella. Per lungo tempo la giovane corse ogni notte con le braccia aperte, cercando di cingere il suo amore lontano, finché una sera non ne intuì il riflesso in uno specchio d’acqua.Si tuffò verso il suo innamorato, ma, non sapendo nuotare, le acque scure l’avvolsero e la trascinarono sul fondo. Fu allora che - per la sua genuina, ingenua ambizione, per il suo desiderio di splendere - Jaci notò la giovane india; e, mosso dall’ammirazione per tanta purezza la trasformò in una stella. Saggezza popolare e visionarietà, acqua fonte di vita e magia della foresta amazzonica.
È proprio questo che da’ carattere al nostro gin. Profondamente brasiliano, coraggiosamente controcorrente, orgoglioso dei propri sogni; radicato sul proprio territorio eppure contagiosamente cosmopolita. Puro, vero, persino naif, ma proiettato alle stelle. Ecco l’intima natura di Amazzoni: distillato per donare al mondo gli accenti del Brasile meno conosciuto e - proprio per questo - da non perdere.
THE WORLD BEST CRAFT GIN PRODUCER IS BRAZILIAN
Il riscatto delle antiche tecniche di soffiare il vetro per creare un disegno esclusivo che rimette ai fiaschi medicinali rinascimentali. L’abbraccio che protegge il gin Amázzoni doveva essere cosí, speciale. Le bottiglie sono prodottte una a una con vetro riciclato e la loro perfezione é misurata solo dall’occhio degli artigiani. É per questo che perfino le imperfezioni sono preziosi dettagli che accettiamo con indulgenza come testimonianza di tutto il processo.
51% ABV. NATO SOTTO UNA BUONA STELLA, ANZI, DUE.
Elogio della leggerezza. È nato Maniuara, il gin che non c’era.
Erbario
Rispettare 400 anni di tradizione del gin e insieme aprirsi agli aromi e le malie del Nuovo Mondo.
Amázzoni non è solo il primo gin creato in Brasile in una distilleria dedicata, ma di questa terra accoglie in sé cinque ingredienti mai prima d’ora utilizzati come principi botanici in un gin. Bacche di ginepro, certo, e poi pepe rosa, alloro, limone, mandarino e coriandolo con l’aggiunta dei cinque inediti amazzonici. Ingredienti donati dal cuore della foresta e mai prima di adesso utilizzati nella preparazione di un gin: cacao, castagna brasiliana, maxixe, ninfea e cipò cravo. Gli ingredienti - 11 in tutto, per una formazione vincente - sono macerati nel loro stato naturale in alcool di cereali e la loro infusione poi riversata - in proporzioni calibrate dalla sapiente ricetta di ‘Capitan Tato’ Giovannoni - nel grande alambicco di rame, il primo mai progettato e fuso in Brasile, cuore pulsante e vanto de La Cachoeira.
Citrus reticulata
Citrus limonum
Schinus terebinthifolius
Theobroma cacao
Bertholletia excelsa
Laurus nobilis
Coriandrum sativum
Cucumis anguria
Juniperus sabina
Tynanthus elegans
Alchimisti
Possiamo anche fingere di non credere al Destino, certo è che le iniziali dei nostri cognomi
formano la parola “gim” e solo qui (poiché in tutto il resto del mondo si chiama gin, con la N)
poteva nascere il nostro distillato, il primo in Brasile con una distilleria propria
ma un sentore di dolce vita italiana…
Arturo Isola
Arturo Isola, italiano di nascita, è emigrato in Brasile per amore salpando da Genova come Cristoforo Colombo, Garibaldi e la famiglia del suo hermano Tato Giovannoni. Architetto e designer per formazione, pittore per passione, viaggiatore curioso e creativo, dedica molto del suo tempo a creare quel che gli piacerebbe avere nei posti dove vive. A Rio de Janeiro ha ideato (e aperto) il bar di cui avrebbe voluto essere cliente, il gelato che non c’era, le birre di cui sentiva la mancanza; ora è la volta del gin e poi, con la stessa buona compagnia, toccherà ad acqua tonica e Ginger Ale. Quale primo step del progetto ha piantato nel giardino della fazenda un albero di mandarino perché suo padre gli ha sempre detto che “siamo quello che piantiamo”, e i frutti daranno una buona infusione. Di gin ne ha già bevuto parecchio, nel Vecchio e nel Nuovo Mondo, ma farlo, dice, ha tutto un altro gusto.
Tato Giovannoni
Alexandre Mazza
Alexandre Mazza, l’unico brasileiro sin dall’inizio, nasce ala destra nell’Operario Futebol Club di Ponta Grossa, in Paraná. A San Paolo divide casa con musicisti jazz e tradisce la bola con il contrabbasso, faccenda che lo porterà in seguito a fondare a Rio lo studio di registrazione ‘Totem’, dal quale passerà tutto il gotha musicale brasiliano degli anni ‘90. Già barman e manager nei locali della bohémia carioca, alterna bancone e palco (aprendo, tra gli altro, i live degli Oasis), prima di sentirsi ispirare - in un vicolo di Parigi - dalla luce e i suoi riflessi. Oggi affermato artista video, ha visto i suoi lavori sulla moltiplicazione della luce esposti in numerosi musei internazionali. Da luce a trasparenze il passo è breve e alla prima bottiglia di Amázzoni, con il perfezionismo che gli è proprio, pare abbia chiesto: “Perché non parli?”